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Per la prima volta gli investimenti green battono quelli fossili

di Antonio Cianciullo / 23 Gennaio 2023

I dati di Bloomberg, ma da Irena ribattono: “Crescita troppo lenta, per rispettare gli accordi sul clima le rinnovabili dovrebbero triplicare”

Follow the money. Seguire il flusso dei soldi fa capire cosa pensano del futuro gli imprenditori, è un’analisi di massa dei nostri desideri e delle nostre percezioni sul domani. Ma tra la percezione e la realtà c’è un fossato che continua ad allargarsi: i finanziamenti targati green crescono; l’obiettivo sicurezza climatica al 2030 si allontana. È una contraddizione che alimenta, soprattutto nei giovani, la sfiducia.

 

Nel 2022 ad esempio gli investimenti green hanno superato, su scala globale, quelli sui fossili. Lo comunica Bloomberg usando un diagramma che colpisce per la nettezza del trend. Nel 2015, l’anno dell’accordo di Parigi sul clima, i progetti verdi in campo energetico pesavano dieci volte meno di quelli fossili. Oggi ci sono più soldi sul green che sul brown: 580 miliardi di dollari per “le energie rinnovabili e altre iniziative ecologicamente responsabili” contro 530 miliardi per carbone, petrolio e metano.

 

Possibile che in appena 7 anni ci sia stato un rovesciamento di queste proporzioni? Per di più nell’anno in cui la guerra in Ucraina ha spinto a un momentaneo ritorno verso il carbone? Lo stesso Bloomberg mette le mani avanti dicendo che in parte il sorpasso è frutto di nuovi metodi di finanziamento di Big Oil: “Nell'ultimo anno gli alti prezzi del petrolio hanno probabilmente liberato le compagnie energetiche dalla loro dipendenza dai mercati. Le società di combustibili fossili si rivolgono a fonti di capitale meno tradizionali, come il private equity, molto più difficili da tracciare”.

 

Dunque siamo di fronte a un doppio ostacolo. È difficile misurare il flusso reale dei finanziamenti ai fossili ed è difficile anche, sull’altro fronte, valutare la quota di greenwashing. Ad esempio negli ultimi 7 anni i finanziamenti delle banche al cartello dei fossili sono stati il doppio di quelli per il green: quanti dei soldi affidati a Big Oil per la parziale riconversione verde sono stati effettivamente usati per rispettare gli accordi di Parigi?

 

“Per quanto riguarda la nuova capacità produttiva elettrica, vediamo che da molti anni gli investimenti sulle rinnovabili hanno superato quelli sui fossili, nel 2021 sono arrivati all’81% del totale”, osserva Francesco La Camera, direttore di Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili. “Noi però preferiamo adottare un altro criterio di misurazione per valutare la transizione green nel settore energetico: non ci interesse il confronto con i fossili perché che le rinnovabili crescano è scontato. Il punto è se questa crescita arriva in tempo per contenere i danni. E per ora la risposta è no: non arriva in tempo. Per rispettare gli obiettivi Onu al 2030 dovremmo triplicare le rinnovabili: una crescita del 10% in un anno è buona in termini industriali, ma del tutto insufficiente in termini di sicurezza”.

 

“C’è anche una difficoltà ulteriore che è frutto della crisi climatica: l’aumento dei periodi di siccità”, aggiunge Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. “In Italia la produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel 2022 è diminuita perché c’è stato un calo della produzione idroelettrica non sufficientemente compensato dall’aumento della produzione da solare ed eolico. Senza una netta accelerazione l’Italia non raggiungerà gli obiettivi fissati al 2030”.

    Credits: https://www.huffingtonpost.it/dossier/terra/2023/01/12/news/bloomberg_per_la_prima_volta_gli_investimenti_green_battono_quelli_fossili-11059560/

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